“Cosa e chi c’è da festeggiare? Si può festeggiare in mezzo alla tristezza e alla desolazione di tanti fratelli e sorelle che si considerano senza dignità perché senza lavoro o perché “legati” a (sfruttati in) rapporti di lavoro precari?” Questa la domanda fattami da un caro amico. Domanda seria, che sta sulla bocca di tanti. Cosa rispondere, cosa fare per chi vive il dramma di “non poter portare il pane a casa”? Papa Francesco, nell’incontro del 28 febbraio a Roma, ha riempito il nostro cuore di gioia e di responsabilità: “Siete la memoria viva di un grande tesoro della Chiesa, portate la cooperazione sulle nuove frontiere del cambiamento, INVENTATE nuove forme di cooperazione”. Ha parlato di nostra “missione”, nel diventare “protagonisti di un movimento solidale con la gente al centro, i più bisognosi al centro”, nel “promuovere l’economia dell’onestà, un’economia promossa da persone che hanno nel cuore e nella mente soltanto il bene comune”. Celebriamo questo giorno assumendo l’impegno di, insieme, concretizzare le stupende parole di Francesco! Sarà così un bel 1º maggio!